08/05/09

California II – Seconda Parte

II

La Città degli Angeli

Seconda parte american strato2

Il sorriso dell’amico di Meg, è andato a finire dritto nel profondo di me, aumentando il rossore già discretamente visibile sul mio viso, accentuandolo ulteriormente dopo il suo semplice saluto. 

-Buona seragli rispondo, cercando con scarsi risultati di nascondere l’imbarazzo. Questa volta Meg me la paga!

Lui evidentemente si è accorto che sono imbarazzata, perché ha distolto lo sguardo da me, puntandolo sulla nostra amica comune, mentre chiude e poggia sul tavolo di legno il libro che aveva ancora aperto nelle mani. È “Il conte di Montecristo”, il mio romanzo preferito, accidenti! Questo tipo già sembra interessante!

Allora Meg, mi fate compagnia? Non lasciate un uomo solo al suo destino, dopo che è stato via per due lunghi ed interminabili mesi! Per favore!- il tono volutamente melodrammatico con cui si è rivolto a noi, è stato così buffo che non abbiamo potuto fare a meno di esplodere in una risata. L’imbarazzo è già passato, e sedermi a scambiare due chiacchiere con una persona così intrigante infondo non è una cattiva idea… anzi, non mi dispiace affatto! Se poi in sottofondo c’è anche dell’ottima musica, la serata diventa perfetta!

-Wow! I My Bloody Valentine! Questa è “Only Shallow”, la prima canzone dell’ album “Loveless”, un capolavoro!- dice Bob quasi in estasi, mentre io e Meg prendiamo posto accanto a lui.

-Ti piace il rock ?gli chiedo io, con un accenno di sorriso.

-Altroché!- risponde lui, –È la mia passione… quest’ album poi, è stupendo… sembra di sentir cantare gli Angeli… ascoltalo se ti capita, sono sicuro che ti piacerà…

Angeli e rock… accoppiata interessante, direi! -Me lo procurerò domani stesso, io adoro gli Angeli… non per niente mi sono trasferita nella loro città!- dico ridendo, rivolgendomi a lui.

Bob sorride divertito alla mia battuta, guardandomi negli occhi, forse per permettermi di vedere la passione per la musica, che trapela dalle sue pupille battendo accordi in quattro quarti, lasciandomi gradevolmente colpita… Anche lui, come me, non vivrebbe senza canzoni messe in sottofondo alla vita… é la prima cosa che ci accomuna… e non so perché, ma questa piccola scoperta mi rende felice.

Meg inconsuetamente parla poco, ci guarda e si limita a sorridere, con uno sguardo strano, ridendo alle nostre battute… non voglio pensare stia tramando qualcosa, no. Starà pensando al suo George, che è lontano e sicuramente le manca da morire…

Guardo l’orologio, e mi accorgo che è tardissimo! Purtroppo la serata è volata via più in fretta del dovuto, così abbiamo deciso di tornare a casa rimandando a domani il ‘giro guida’ della città, che lei mi aveva promesso. Francamente non mi dispiace affatto… visto che a Los Angeles dovrò restarci, non mancherà tempo per un tour… Bob invece… chissà quando, e se lo rivedrò.

 

Mentre mi rigiro nel letto cercando di dormire, ripenso a quanto è stata piacevole la serata appena trascorsa… Quella dolce pazzoide di Meg aveva ragione, Bob è proprio un tipo in gamba. È gentile, simpatico, ed è riuscito a mettermi subito a mio agio, cosa che succede molto raramente, essendo io alquanto timida.

L’ultimo pensiero prima di abbandonarmi al sonno, voglio dedicarlo proprio a lui… semmai dovessi incontrarlo di nuovo, mi farebbe sicuramente un immenso piacere…

Ma che vado fantasticando? Sorrido pensando di essere un tantino sciocca… ma infondo, quello è un lato di me che mi è sempre piaciuto…

 

E questa è stata la mia prima sera qui, in California, nella Città degli Angeli.

 

1 commento:

  1. Istantaneità, e sincronia. Così potrei definire questo capitolo, che fa entrare la storia nel vivo.
    Istantaneità, perché la naturalezza della narrazione (esaltata dallo stile che usa la prima persona, e il tempo al presente) va di pari passo con quella della definizione di situazioni e personaggi.
    Sono appena stati presentati, e già ci sembra di conoscerli da sempre. La Narratrice, con i suoi silenzi, i momenti di imbarazzo, ma allo stesso tempo la voglia di aprire i propri orizzonti, e quella di emozionarsi. Bob, che ama il rock, che parla rock, che, come lei, sembra sicuro di sé, ma nasconde timidezze da bambino.
    Ci vuole stoffa per riuscire, in soli due capitoli, a presentare delle figure che si imprimono subito nel cuore, grazie a una descrizione accurata ma non banale, precisa ma non noiosa, e dialoghi al limite della perfezione (ma i dialoghi sono, da sempre, il tuo punto di forza, Samy), e delle quali vogliamo già conoscere altro, sapere come proseguirà la loro conoscenza.
    Ci vuole stoffa per scrivere una chiusura di capitolo come questa, con quello scivolare nel sonno, benedicendo Chi ci ha creati sciocchi, ingenui, capaci di sognare.
    Se a quello aggiungiamo la capacità di legare alle parole immagini talmente congrue con quanto appena letto, che ne completano la sintassi visionaria, abbiamo un piccolo gioiello di narrativa moderna. E questo, concedimelo cucciola, anche se so che potrebbe imbarazzarti, è quello che io insisto a voler chiamare il Tuo capolavoro.

    Ti Amo mia piccola Ondina scalza
    Il Tuo Robi

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