IV
I colori di Hollywood
Terza Parte
Lui, che ama il cinema così tanto, da fermarsi ogni volta che entra nel diner, a guardare la foto di Humphrey Bogart ritratto anni prima col padre di Joe, -all’epoca era poco più di un ragazzo, il vecchio Vincent- che sorride orgoglioso accanto alla prima movie star ad aver messo piede in quel locale, non può pensare cose del genere riguardo alla terra dei sogni!
-Adesso? Ma io…
-Adesso!– mi impongo, prima di fargli finire la frase, -Anzi, facciamo così, visto che andiamo a Hollywood, e a dirla tutta, di mattina non è che sia un granché, che ne dici di passare prima agli Universal Studios? Se siamo fortunati, potremmo beccare qualche set…
-Ora sì che hai detto una cosa saggia!– risponde finalmente entusiasta, -Per me non c’ è niente di meglio che passare una giornata tra i set cinematografici… però dopo si fa anche un salto nella Universal City Walk… sai com’è… l’Hard Rock Cafè… si può pranzare lì, che dici?- aggiunge sorridendo.
-Perfetto! Vada per l’Hard Rock Cafè, allora! Lo sapevo che ti saresti fatto corrompere subito!- Rido, facendo credere a Bob che sia per la battuta, ma in realtà è perché sono felice abbia accettato… trascorrere del tempo con lui, al di fuori dell’Ocean Pie, mi fa risalire l’adrenalina a mille, anzi, a molto di più!
-Mah, sai com’è… amo il cinema, amo il rock… se li metti insieme come faccio a dire di no?- afferma allegro. È bellissimo vederlo ridere, ha una risata meravigliosa, aperta e musicale, che gli illumina quel suo viso da Angelo un po’ paraculo.
Ci alziamo e dirigendoci alla volta di Hollywood, la città dei sogni, con l’entusiasmo di due ragazzini in procinto di una piccola grande avventura, sicuri che il divertimento non mancherà.
È stata una giornata splendida, trascorsa tra risate ed effetti speciali, e il mio amico ne è entusiasta.
Dopo gli Universal, seguendo il nostro programma, siamo stati a Hollywood Boulevard, sulla Walk of Fame, che come sempre era un’epifania di luci e colori dalle mille sfumature. Abbiamo ricalcato le orme lasciate dai divi nel corso degli ultimi cento anni, -più o meno- e fatto visita al museo dei guinness, oltre a quello delle cere, ovviamente!
Prima di tornare a casa, siamo ripassati all’Ocean Pie a prendere l’ennesimo caffé, per rilassarci un po’ dopo le otto ore appena trascorse, che ci hanno visti attivi e reattivi. Anche divertirsi stanca! Joe siede al tavolo con noi, e ci chiede com’è andata la giornata. Ride ad ogni aneddoto che gli raccontiamo, e si è praticamente piegato in due quando gli abbiamo detto di quei tre ragazzi che si sono voluti sedere davanti, alla canoa di Jurassic Park, perché pensavano che fosse più emozionante, e alla fine si sono ritrovati zuppi d’acqua dalla testa ai piedi!
È tardi, ci sono poche persone nel locale, e la cosa non dispiace a nessuno dei tre. Dovremmo andare, io e Bob, ma preferiamo tenere compagnia al nostro amico, mentre l’ultimo tavolo resta occupato. Finalmente chiedono il conto, e Joe si alza per servirli, lasciandoci di nuovo soli.
-Sai che avevi ragione?- mi fa il mio amico Rocker, dopo che l’altro si è allontanato, -Hollywood è veramente deliziosa vista sotto la tua prospettiva! Era una vita che non mi divertivo così- aggiunge sorridendo.
-Io ho sempre ragione!– gli dico scherzando, fingendo un’aria snob e noncurante, mentre finisco di sorseggiare l’ultimo caffè.
-Si, certo!– risponde lui, –Quando non ce l’ ho io!- gli faccio una linguaccia che lui ricambia, prima di scoppiare a ridere, sapendo che con quella frase mi ha reso più felice di un bimbo che apre i regali di Natale.
E ridendo, è finita anche questa splendida giornata, che mi ha avvicinato ulteriormente a Bob… E intanto, mi sento sempre più parte della California, e della Città degli Angeli.
A spasso x Los Angeles, nei luoghi consacrati alla Terra dei Sogni, Hollywood, là dove, su uno schermo che dal bianco si riempie pian piano di colori, i Sogni prendono forma, e vivono.
RispondiEliminaCamminando come le Star sulla Walk of Fame, fermandosi a leggerne i nomi segnati sul marciapiede, o di fronte al Chinese Theatre, dove i Divi dell'epoca d'oro del cinema, hanno lasciato il loro segno, ricordandoci che i Sogni non muoiono mai.
Poi di corsa sui set dei film più spettacolari, per viverne i momenti salienti, quelli che, da spettatori, fanno trattenere il respiro, e Sognare ancora e ancora di esserne parte.
Finendo all'Hard Rock Cafè, la musica infine, così strettamente legata all'immagine dell'immaginario di chi sente vibrare il suo cuore in 4/4.
Questo capitolo ha la leggerezza spontanea, intrisa di divertito Senso della Vita, dei film della nuovelle vague. Ma è così profondamente americano, che appartiene a chiunque, almeno una volta nella vita, ha riso, o pianto, guardando un film uscito dagli Studios di Hollywood. Cioè, tutti.
Ma soprattutto, appartiene a chi, dietro una curva della strada, ha sempre aspettato di trovare la California. A me, e a Te, Amore mio.
Ti Amo, mia Ondina scalza, Diva dei miei Sogni
Robi
Wow!
RispondiEliminaAnche a Londra c'è l'hard rock caffè, me lo ricordo bene! e ci sono anche le stelle e le impronte sulle srade. Quando ci stavo, avevo visto l'ingresso di diversi attori per la prima di Spyderman. Che figata!
ieri, my sweet friend, nn sono + potuta rientrare...cmq,l'unico posto dove potrei andare oggi, è cinecittà...il museo delle cere, l'ho visto ank'io:))...su delle fotografie ke mio figlio ha scattato quando, l'anno scorso, era in London...meglio ke niente..comincio a gustarmi:))) la complicità ke si sta instaurando fra Maggie e Bob...e il film, mi cara docia..e la song ke hai scelto, sono wonderful.. magnifique..estupendo:)))))))))))
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