21/05/09

California VIII – Prima Parte

SantaMonica Ondina

VIII

Profumo d’Oceano

Prima Parte

Fisso la tazza di caffé fumante poggiata sul tavolo della cucina, seduta con le braccia incrociate sul petto, e le gambe che non riescono a smettere di muoversi velocemente su e giù, sollecitate dalle punte dei piedi che, dotati di una propria volontà, martellano il pavimento come gocce di pioggia battente che solletica l’oceano.

La notte ormai è sgusciata via da un pezzo, ma passando il testimone alla luce del giorno, mi ha lasciato in eredità un alone di positiva euforia, sospinta da intense scariche di adrenalina, che m’ impediscono di essere rilassata.

Non ho chiuso occhio, eppure il mio fisico sembra non essersene nemmeno accorto, visto che della notte in bianco trascorsa in compagnia di fantasiosi pensieri, non ne ha minimamente risentito.

Ieri sera, prima di salutarci, io e Bob ci siamo dati appuntamento ad oggi, come al solito all’Ocean Pie, a non fare niente di eclatante, ma solo a vivere i momenti più belli della giornata, come ci diciamo affettuosamente quasi sempre, prima che la fine della giornata ci costringa a separarci.

Probabilmente è per questo che mi sento così… Da un po’ di tempo, quando si avvicina l’ora dell’appuntamento con l’Angelo, comincio a non pensare ad altro, e lo stomaco si stringe in una morsa non appena la sua figura fa capolino nei miei pensieri, e si allenta solo quando finalmente mi compare davanti agli occhi.

Questo stato euforico mi rende più attiva del solito, non mi va di stare in casa, ho voglia di muovermi… uscire… respirare l’aria frizzante di fine primavera, di sentire il profumo del mare…

Prendo l’auto e vado dritta verso Santa Monica, dove l’atmosfera -oltre a profumare d’oceano- profuma di vita.

Mi fermo nel punto in cui la costa è più elevata, in modo da ammirare l’enorme distesa di spiaggia dorata -che si sposa col blu del mare, sfumato di schiuma bianca- dall’alto, e godere del panorama migliore per tenere tutto ben in vista. Resto immobile a spiare il volo dei gabbiani che si lanciano accesi richiami, guardo il cielo limpido che si fonde con l’oceano, mi perdo nella tranquillità dei sensi, risvegliati da una splendida mattina di primavera.

Chiudo gli occhi respirando la salsedine trascinata dal vento nei polmoni, che si posa imprimendosi nel mio DNA, ascolto il grido delle onde, che si infrangono furenti lungo la battigia, chiamarmi per nome.

Riapro gli occhi e sorrido, ora so cosa cerco.

Do un’ultima occhiata in giro mentre risalgo in macchina, accendo il motore, ed eccomi  pronta a raggiungere Bob all’Ocean Pie, pensando a lui per tutto il percorso che separa Santa Monica da Glendale.

Spingo la porta del diner che si richiude alle mie spalle e mi guardo intorno, il mio amico ancora non c’è.

Lui è sempre puntuale, sono io in anticipo. Il traffico era abbastanza scorrevole, e mi ha permesso di raggiungere prima il nostro luogo d’incontro, ma non riesco comunque a trattenere una smorfia di disappunto, mentre mi siedo su uno sgabello davanti al lungo bancone di legno.

-Ciao Joe!- dico salutando il fratellone che, girato di spalle non mi ha ancora vista.

-Ciao!- risponde lui, voltandosi di scatto, e salutandomi allegro, -Tutta sola oggi?- continua sorridendo.

-Tra poco dovrebbe arrivare Bob… Non si è ancora visto, vero?

-No… perché…? Avete in programma qualcosa di particolare?- mi chiede, guardandomi maliziosamente.

-Mamma mia! Ma che avete tutti?- rispondo ridendo -È un complotto?

-Noi che abbiamo? Voi che avete, piuttosto!– dice lui, ridendo con me, -Noi ci siamo solo accorti del feeling che c’è tra te e Bob… quand’è che lo fate fruttare?– mi rimprovera scherzosamente, riempiendomi la tazza di caffè senza che glielo chieda.

-Ma dai! Mica siamo obbligazioni da quotare in borsa!- continuo, seguitando a scherzare, -Bob è mio amico quanto lo sei tu…- concludo, con un tono al quale non credo nemmeno io.

-Ah si?- Chiede lui divertito, -Facciamo che ti credo, dai… oggi mi sento buono!– finisce, continuando a ridere, -Eccolo qui, il tuo amico, -mi informa marcando il tono, -è arrivato!

D’istinto sorrido e mi volto a guardare Bob, che raffinato come un Angelo, e bellissimo come un Uomo, si avvicina a noi, -Amico!- sussurra ancora Joe, nemmeno troppo sottovoce, sorridendo e scuotendo la testa, mentre io mi rigiro verso di lui e lo fulmino con lo sguardo.

-Buon giorno!- esclama Angelman raggiante come al solito, prima di darmi un bacio sulla guancia, -Ciao Joe- continua poi, rivolgendosi al nostro amico.

-Ciao- risponde il fratellone,Guarda, giusto il tempo di versarti il caffè, e torno a lavoro… vi lascio soli, piccioncini, contenti?– dice ridendo, mentre versa la profumata bevanda scura in una tazza, che poi porge a Bob.

Noi ridiamo senza replicare, ormai ci siamo abituati alle prese in giro degli amici! Il fratellone scompare dietro la porta della cucina, e l’Angelo comincia a sorseggiare il suo caffè.

 Continua…

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