25/07/10

Magic Waters XI

Magic Waters 11 Robi

L'ultimo cavaliere

La luce tremolante delle candele rischiarava debolmente il corridoio sotterraneo, aumentando l'atmosfera suggestiva di quel posto. Kim vagava con lo sguardo sulle pareti, coperte di quadri che ritraevano antichi personaggi di varie epoche, i cui tratti somatici lasciavano intuire appartenessero alla stessa linea di sangue.

- Che succede? - chiese Max, osservando l'aria assorta e pensosa con cui la ragazza fissava i ritratti - Stai bene?

- Si... - rispose Kim - è solo che... mi sembra di conoscere questo posto, di esserci già stata...

- Suggestione - esclamò l'archeologo con un sorrisetto - Magari ti ricorda la scena di qualche vecchio film. I sotterranei dei castelli sono tutti uguali!

Kim continuava a seguire la linea progressiva in senso cronologico dei quadri, sempre più assorta. Giunta davanti all'ultimo si bloccò, con un'espressione di stupore sul viso - Accidenti! - disse, fissando il ritratto di fronte a sé - lo sapevo di essere già stata qui... anche se solo in sogno! Questo è il corridoio che ho sognato la prima notte, e questo - continuò, indicando la figura ritratta nel quadro - è il guerriero che ho visto stanotte!

Max avvicinò la candela al quadro, per vedere meglio il personaggio ritratto. Appena la luce colpì la tela, il giovane strabuzzò gli occhi, esclamando:

- Ma... questo sono io! - si avvicinò ancora di più al quadro - O meglio... sono io trasportato nel Medioevo, con tanto di barba e armatura da prode guerriero!

- Ora che ci penso - riprese Kim, parimenti stupita - nel primo sogno il guerriero sembrava voler indicarmi qualcosa, puntando la spada... da quella parte! - concluse, indicando con la mano verso la fine del corridoio, sulla sinistra.

Max voltò la candela in quella direzione, rischiarando il percorso - Che mi venga un colpo! In effetti c'è qualcosa laggiù...

Si precipitò da quella parte, seguito da Kim. In fondo al corridoio c'era una porta di massiccio legno, rinforzata con staffe di ferro arrugginite dal tempo.

- La porta! - esclamò Kim - E' questa la porta da dove ti ho visto entrare, nel secondo sogno. E' proprio lei, non mi sbaglio. Se anche gli altri particolari del sogno sono esatti, dall'altro lato della stanza dietro questa porta dev'esserci un'uscita direttamente nel mare.

Max appoggiò la mano sulla porta, immerso nei suoi pensieri, come seguisse una linea di ricordi provenienti da molto lontano - Non c'è serratura... - mormorava - però... io... - la mano percorse una delle staffe verticali, come mossa da volontà propria, fermandosi su una linea di borchie - Non c'è bisogno di una chiave... si fa così... - toccò le borchie in quella che sembrava una precisa sequenza. Con uno scatto la pesante porta inizio a girare sui cardini, aprendosi lentamente. Max e Kim rimanevano immobili, in attesa, affascinati da tutta quella magia in cui parevano immersi.

Entrarono nella stanza, facendosi luce con le candele, ansiosi di scoprire cosa contenesse quel posto. Era una piccola camera circolare, con le pareti formate da grandi lastre di nuda roccia, poggiate le une accanto alle altre, contenente un unico oggetto, conficcato in una grossa pietra levigata posta al centro della stanza: una spada di foggia antica, ma perfettamente conservata. Quando veniva colpita dalla luce delle candele rifletteva bagliori che somigliavano a scintille di fuoco.

- La stanza del mio sogno! Lì c'è la porta, infatti! - esclamò Kim precipitandosi in quella direzione, prendendo dalla tasca il medaglione che avevano trovato sulla spiaggia - Questa deve essere la chiave per aprirla - continuò, appoggiando il monile sulla serratura per confrontarli - Proprio così, corrisponde esattamente! Fidiamoci delle visioni oniriche, a questo punto, senza cercare una dimostrazione pratica... altrimenti potremmo rischiare di essere sommersi dall'oceano!

Max annuì distrattamente. La sua attenzione era tutta presa dalla spada che spuntava da quella grande pietra rotonda al centro della stanza. Si avvicinò lentamente, continuando a fissare l'elsa dell'antica arma. La linea di ricordi che da qualche minuto si era impossessata della sua mente, ora era un'onda di immagini, sensazioni, visioni che lo travolgevano, delle quali però non riusciva a catturare l'essenza. Come spinto da una forza superiore allungò la mano verso l'impugnatura della spada, afferrandola saldamente e, senza nemmeno pensarci, estraendola dalla sua guaina di roccia.

- Excalibur! - proruppe quasi urlando, mentre agitava la pesante spada sopra la testa - Ora ricordo!

Kim si voltò allarmata - Cosa!? Che hai? Che stai facendo?

- Ricordo tutto! Questa è Excalibur, proprio quella Excalibur! Il manoscritto diceva la verità. Camelot è proprio qui, sotto l'oceano e... - si interruppe pensoso, appoggiando la punta della spada sul pavimento di pietra.

- ...e? - chiese la ragazza aspettando il compagno concludesse la frase. Ma la sua attenzione fu distratta da un rumore sordo proveniente da dietro le pareti, che cominciarono a tremare, come scosse da un'immensa pressione.

I due giovani si fissarono per lunghi momenti, quasi a voler trovare conferma l'uno nell'altro dei propri timori. In risposta a quella muta domanda, le lastre di roccia che formavano le pareti della stanza iniziarono ad aprirsi, e l'acqua dell'oceano cominciò a filtrare, dapprima in sottili rivoli, che si ingrandivano mano a mano che la pressione aumentava.

Kim strinse forte la mano di Max e, prima che riuscisse a pronunciare anche solo una parola, le pareti vennero completamente divelte, e l'acqua li sommerse.

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