Sono un pezzo di carta
strappato dagli sguardi sfuggenti
di chi passa e non vede.
I miei sospiri si dissolvono
nei passi frettolosi
del mondo che scorre
accanto al nulla che mi circonda.
Fievoli ricordi vegliano
la carcassa che trascino
nell’abisso della mia identità,
tradita dal debole essere
dell’ uomo finito che fui.
L’unica coperta
in cui mi avvolgo nella notte
è l’ombra del vento
che mi scalda
bruciando quel che resta
della mia dignità violentata dalla vita.
La pietra di questa panchina
è la mia clessidra,
pioggia di sabbia,
scorre lenta tra gli attimi d’eternità
- la più grande condanna -
rallentati dal grigio morto
della mia inconcludenza.
L’unica ricchezza che ho
- mia compagna da sempre -
è la solitudine che abbraccia
i miei giorni,
punendo le colpe di un’esistenza
che mi ha reso un essere invisibile,
agli occhi degli uomini
e a quelli della mia stessa anima.
Cos'è che differenzia il giornalismo dalla Poesia sociale? Cosa rende diverso un bozzetto descrittorio da un quadro compiuto?
RispondiEliminaLa partecipazione.
Entrambi osservano, fissano il loro sguardo, o catturano istantanee di realtà, ma dove il giornalismo pone fatti e indicazioni, la Poesia supera il velo che separa il dato dal suo significato. E anche quando cerca, distaccatamente, di contemplare senza giudicare, partecipa alle gioie, ai dolori, ai drammi della vita.
Guardare un frammento di reale, e cercare, sfumandone i contorni, e le linee nette, il dato, l'identità, di far uscire i contrasti di bianco e nero da una storia.
Senza giudicare, ma scrivendo sulla roccia:
"La pietra di questa panchina
è la mia clessidra,
pioggia di sabbia,
scorre lenta tra gli attimi d’eternità
- la più grande condanna -
rallentati dal grigio morto
della mia inconcludenza"
Partecipazione, anche quando si osserva qualcosa che vuole essere invisibile.