31/10/10

…come musica

Un racconto di Halloween

Aprì la cassetta della posta, come tutte le sere, tornando dal lavoro, ed estrasse il contenuto senza nemmeno guardarlo, diretto al suo monolocale in fondo al corridoio.

Una volta entrato accese la tv, per avere un po' di compagnia, e si buttò sulla poltrona coi braccioli consumati, sospirando.

- Un'altra giornata finita...

Pierre viveva da solo nel piccolo appartamento in un'anonima palazzina della periferia di New Orleans, e a quasi 55 anni suonati non sperava di trovare a breve termine un, o una coinquilina. Nemmeno nella vita.

Finalmente si decise a controllare la posta della giornata, stupendosi di trovare in mezzo ai soliti depliant pubblicitari, un piccolo pacchetto quadrato che, a un'esame superficiale, pareva contenere qualcosa di rigido. Infatti era un CD musicale. La copertina raffigurava un paesaggio esotico - una vista su un oceano dipinto a colori sgargianti - coronata dal nome dell'artista, o gruppo che fosse quel Denzel Notes.

- Che roba è? Non ricordo di aver ordinato dischi ultimamente...

Naturalmente era da escludere l'ipotesi di un regalo, i pochi conoscenti che aveva non sapevano nemmeno la data del suo compleanno, figurarsi mandargli un presente in un giorno qualunque di un mese qualunque di un anno qualunque della sua monotona esistenza. Il mistero veniva accresciuto dal fatto che sulla busta non c'era mittente.

- Sentiamo un po' cos'è questa roba.

Mise il disco nel lettore DVD sotto la tv - non aveva un impianto stereo autonomo - e tornò a sedere. Le prime note gli fecero storcere il naso: era musica elettronica, blandamente ritmata, con poca melodia e una voce salmodiante frasi incomprensibili. Quella roba più tranquilla che i giovani ascoltano in discoteca dopo una notte di danze sfrenate. A Pierre, che adorava John Denver e le sonate per piano di Schubert quella musica risultava un po' indigesta. Ma dopo un po' si abituò a lasciarsi cullare dal ritmo ipnotico e minimalista, dalla voce che sembrava recitare una preghiera in una lingua gutturale, lentamente si appisolò, e così rimase fino alla mattina successiva.

Nonostante avesse dormito sulla poltrona, e vestito per giunta, si svegliò pieno di vigore, come non gli succedeva da tempo, e pronto a conquistare il mondo. Uscì tutto baldanzoso e saltellante dal portone della palazzina, e per poco non dovette dare addio a quel mondo, prima di avere fatto qualunque cosa per conquistarlo: l'autobus delle 7.30 frenò a pochi centimetri da lui, e l'autista lo apostrofò con un gesto e una parola irripetibili.

Quello fu il primo di una serie di eventi che, anche se in chiave alquanto negativa, animarono nei giorni successivi il trascorrere monotono della vita di Pierre Quixote, operaio generico senza nessuna specializzazione: rischiò di tagliarsi via un dito mentre si preparava un sandwich al pollo con pane integrale; il gatto della signora Matisse scambiò i suoi pochi capelli per un tappetino, grattando via ampi lembi di pelle dalla testa di Pierre; Willy, il figlio dei Drummond, passò in bicicletta sopra la sua caviglia, mentre era inginocchiato a potare il rododendro del cortile comune; una scala, con tanto di Todd Kinder, il tecnico tuttofare del quartiere, gli rovinò addosso, e Todd lo accusò di aver provocato quell'incidente, convincendolo grazie alla propria dialettica, alla maggiore stazza, e ai vicini pronti a testimoniare a suo favore, a pagare i danni fisici e morali subiti, oltre al pezzo di grondaia al quale si era vanamente aggrappato nel tentativo di non cadere.

Al termine di quella sequenza di eventi Pierre era estremamente demoralizzato. Nonostante avesse una vita alquanto triste e piatta, una settimana così devastante non gli era mai capitata.

- E pensare che ero così pieno di energie, dopo aver ascoltato quel CD!

Un'idea improvvisa, come una luce che si accendeva nel suo cervello, lo illuminò: il primo incidente era accaduto proprio la mattina dopo aver ascoltato la musica contenuta nel disco arrivato per posta. Aveva continuato a suonare il CD anche nei giorni successivi, quelli in cui gli erano capitate le altre disavventure. Colpito da quell'idea, che poteva sembrare folle, ma spiegava molte cose, prese la custodia del disco. Non aveva ancora prestato molta attenzione ai titoli delle canzoni, limitandosi a inserire il CD nel lettore e pigiare il tasto 'play'. Mentre scorreva i titoli, un brivido gli percorreva la schiena: Bus Crash; Dancing Severed Finger; Head of the Cat; The Bike That Kills; Squeezing Big Man!

Ognuna di quelle canzoni era connessa a uno degli episodi che gli erano capitati. Sembrava impossibile, ma aveva quei titoli sotto gli occhi, e li rileggeva cercando di capire se stesse sognando, oppure doveva trovare una spiegazione più o meno razionale a tutto ciò. Essendo nato e cresciuto a New Orleans aveva visto tante dimostrazioni di fenomeni inspiegabili coi parametri della logica, e anche se rimaneva piuttosto scettico nei confronti del paranormale, non lo escludeva a priori. Magie, incantesimi, canti cerimoniali... ebbe un'altra illuminazione.

Prese il CD e corse al primo piano, dove abitava Pat "Redmoon" con il figlio adolescente, patito di computer. A quell'ora la "rossa" era fuori a 'lavorare', e Webber, il figlio, era solo in casa. Pierre gli chiese se fosse possibile, magari con qualche marchingegno tecnologico di cui il ragazzo sembrava espertissimo, ascoltare le canzoni del disco al contrario.

- Sgancia 500 verdoni, e ti leggo anche i pensieri al contrario, bello! - esclamò il giovane.

Senza nemmeno tentare di trattare quel prezzo assurdo, Pierre gli porse il CD. In pochi minuti Webber aveva estratto le tracce audio, editate con un software specifico, ed era pronto a masterizzarle in un nuovo CD per farle ascoltare all'ospite.

Tornato nel suo appartamento, Pierre si preparò ad avere la conferma o la smentita ai suoi dubbi. Già alla prima traccia si rese conto di avere ragione: la voce gutturale salmodiante, ascoltata al contrario, era una nitida e chiara voce di donna che parlava in perfetto inglese, anche se con un leggero accento del nord, raccontando per filo e per segno quegli eventi che gli erano capitati. Quindi quel CD conteneva una sorta di maledizione, rivolta a... lui? Pierre era sconvolto, non conosceva nessuno che potesse avercela con lui, in vita sua non aveva mai fatto male a una mosca. Continuava ad ascoltare quella voce sinistra coperta dal rumore elettronico degli strumenti che, riversati nei toni, sembravano dissonanti. Arrivò finalmente l'ultima canzone, quella che non pareva descrivere alcun evento capitatogli. Il titolo era Pauline Wants You, e la voce, in quel pezzo, recitava una specie di richiamo:

Pauline ti vuole, ti aspetta, ti chiama, sotto l'oleandro antico che fa ombra ai guardiani delle tenebre...

Pierre seguiva quelle parole cercando un nesso con la realtà, che non tardò ad arrivare: si rese conto che esisteva un luogo come quello descritto nei versi della canzone. Un cimitero reso famoso diversi anni prima da un fatto di cronaca che fece discutere a lungo, l'omicidio di una giovane avvenuto all'interno di una villa proprio a ridosso di quel cimitero. Anche se era un fatto successo anni prima, Pierre ricordava le immagini della tomba della ragazza, che riempirono per settimane le prime pagine dei giornali e dei notiziari tv. Quella tomba era sormontata da due statue di gargoyle - i guardiani delle tenebre - e sopra svettavano le fronde di un oleandro secolare!

Preso da un'eccitazione incontenibile, afferrò la giacca e uscì di casa, diretto al cimitero, che non era molto distante dal quartiere in cui abitava.

Varcò il cancello d'ingresso dopo pochi minuti di una corsa affannosa che lo lasciò senza fiato. Il cimitero era vasto, e lui non ricordava dove fosse la tomba della ragazza, ma qualcosa lo spingeva in una precisa direzione, forse l'incantesimo contenuto nella musica che ancora gli risuonava nelle orecchie.

E finalmente la trovò. Sotto l'ombra dell'oleandro gigantesco, protetta da due statue di demoni rocciosi e inquietanti, con un nome ancora ben visibile sulla lapide: Pauline de la Dalene!

E c'era qualcos'altro accanto alla tomba, anzi, qualcuno. Pierre sollevò lo sguardo incrociando un paio di occhi chiari e smorti, infossati nelle orbite bluastre, come se il tempo li avesse ricoperti di una patina opaca e ripugnante, simile a bava di ragno. Il volto era ricoperto da una fitta trama di rughe profonde, e la pelle sembrava simile a quella delle mummie, traslucida e disseccata. Ma la cosa più sinistra era il sorriso che si apriva tagliando in due la parte inferiore del volto della donna: una linea sottile e rossa come sangue.

Pierre cercò di sostenere quella vista, ma già sentiva il cuore andare in fibrillazione. Si portò le mani al petto, mentre il respiro cominciava a mancargli. Riuscì a malapena a scorgere il sorriso sul volto della donna trasformarsi in un ghigno, poi, con un singulto e gli occhi spalancati, perse prima i sensi, e poi la vita.

- Fiamme dell'Inferno! - esclamò la donna avvicinandosi al corpo esanime di Pierre - Questo non è lui!

Si chinò e tastò nelle tasche della giacca dell'uomo, estraendo il portafogli con i documenti. Mentre li esaminava un'ombra di fastidio gli attraversava le rughe del viso rendendolo ancora più ributtante.

- Pierre Quixote... il nome è lo stesso... ma l'indirizzo... maledizione a quelli delle poste! Hanno portato il mio incantesimo di morte alla persona sbagliata!

Con fastidio lanciò lontano il portafogli e sferrò un rabbioso calcio al cadavere ai suoi piedi. Poi si appoggiò alla lapide e, sbuffando scuotendo al testa, la colpì cinque volte col pugno.

- Luketto! Diavolo di un demonio di classe C! Abbiamo sbagliato uomo, mi serve un'altra compilation bollente da laggiù!

- Presto fatto! - replicò una voce bassa e piena di eco, che sembrava provenire dalle profondità della Terra.

Ad essa seguì qualcosa che, facendosi strada tra le zolle che ricoprivano la tomba, sfrecciò direttamente in mano alla donna. Un CD.

- Grazie, mio bel Luketto. Posso sempre contare su di te - disse Pauline de la Dalene, battendo la punta delle dita avvizzite sulla custodia del CD.

- A tua disposizione, come sempre - rispose la voce dagli abissi infernali - e comunque, per quanto tu abbia sbagliato, alla fine gli hai fatto un piacere a quel tipo. Aveva una vita così insignificante che nemmeno i dannati avrebbero voluto essere al posto suo!

- Confermo - era la voce di Pierre, che proveniva dalle profondità, finalmente libera dal fardello dell'esistenza mortale.

musica INV

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