25/12/09

Ali d’Acqua IX

 Flashback: Il Cancello d’Oro

- Perché sei qui? - chiese l’Arcangelo all’Ondina, che lo fissava coi suoi occhi verde intenso, rimanendo a braccia conserte, parzialmente in ombra sotto l’arcata del Golden Gate Bridge.
- E tu? Anche tu non è un caso sia stato mandato... - disse lei, mentre giocherellava col piede, smuovendo la ghiaia che ricopriva il terreno a ridosso del ponte. A Gabe parve stesse scrivendo qualcosa, o disegnando figure, ma non ne era sicuro, e distolse lo sguardo, tornando a concentrarsi su quegli occhi di smeraldo, profondi ed enigmatici. Non ne aveva mai visti così, nelle Alte Sfere nessuno aveva gli occhi verdi.
- Una missione, un compito... qualcosa del genere - rispose.
- Lo stesso per me.
- Da dove vieni?
La ragazza volse la testa verso la Baia, di là dal ponte, e oltre, indicando con la mano l’Oceano, che si stendeva sotto una coltre di nebbia -la consueta, soffice nebbia color arancio delle albe a San Francisco.
- Credevo fossi di Los Angeles! - scherzò Gabriel, che aveva capito. Era una Figlia di Atlantide. Una delle più belle, probabilmente, si sorprese a pensare. Gracelyn rise a quella battuta.
- E io credevo invece quel posto fosse casa tua, la città degli Angeli... - sorrise. Aveva capito anche lei.
- Shhhh... - Gabe le intimò silenzio, portandosi l’indice alla bocca. C’erano segreti che era meglio non rivelare. Il Leviatano poteva essere in ascolto. E anche il Kraken, a questo punto, perché la presenza dell’Ondina, considerò Gabriel, poteva significare solo una cosa: che la minaccia, stavolta, era doppia. I Servi delle Tenebre stavano per scatenare l’inferno sulla Terra, su ogni fronte, e come il Capo aveva mandato lui, dalle Alte Sfere, così le profondità dell’Oceano si erano aperte, e una delle Figlie dell’Acqua era salita in superficie, e ora lo stava guardando, giocherellando con la punta del piede -o forse scrivendo, o disegnando qualcosa- col ghiaino del Golden Gate Park.
Era la prima volta che un Arcangelo incontrava un’Ondina, e se spesso i Signori della Luce si erano alleati, lo avevano fatto ad alti livelli, collaborando tra loro, e agendo sempre per vie misteriose, difficilmente comprensibili ai loro sottoposti.
- Pensi che il nostro incontro sia un caso? - chiese Gabe, muovendo un passo verso di lei.
Grace si ritrasse istintivamente, poi si fermò, e lasciò che l’Arcangelo si avvicinasse. Quando fu a meno di un metro da lei, rispose:
- Penso sia un miracolo - disse - quello che può salvare il mondo... quello che... - abbassò lo sguardo a terra, e cancello col piede il disegno -o la frase- che aveva tracciato sulla ghiaia.
Gabriel le prese le mani. Tremavano leggermente, ma strinsero le sue, forte, come una promessa silenziosa.
- ...Quello che può salvare il mondo, quello che può dare un senso al mio mondo... - disse l’Arcangelo.
- Quello che sta già dando un senso al mio - disse l’Ondina.
Continuarono a fissarsi negli occhi, in silenzio, per lunghi minuti, mentre l’alba diventava il mattino, e la nebbia si alzava, sopra la Baia, lasciando intravedere l’Oceano, e pigre nuvole in lontananza, che lambivano l’acqua, e sembravano baciare le onde.

Da qualche parte, fra la Città degli Angeli e San Francisco, l’acqua si ritrasse, rivelando una piccola striscia di Sabbia Bianca.

- Era previsto si innamorassero? - chiese il Signore di Atlantide, battendo lo scettro contro lo schermo incrostato di corallo, che come sempre funzionava quando pareva a lui, nemmeno fosse dotato di propria volontà.
- Non lo so - rispose il Capo delle Alte Sfere, con una risatina sottile.
- Si, certo - continuò il Re dei Flutti, sbuffando - Tu non lo sai... Tu che non sai qualcosa...
- Mettiamola così - rispose il Capo - Gabriel e Gracelyn sono le controparti Luminose di Leviatano e Kraken. Il loro amore potrà unirli ancora di più, nella battaglia, garantendo maggiori probabilità alla vittoria finale.
- Tu parli sempre per enigmi... ce la faranno quei ragazzi? - Il Signore di Atlantide si lisciava la lunga barba, pensoso.
- Sei preoccupato per tua figlia, Poseidon?
- Si, certo, ovvio! Che domanda! Sarei un incosciente se...
Il Capo sorrise, e lo schermo, per una volta, stabilizzò l’immagine, che parve diventare tridimensionale, nella sala comandi di Atlantide.
- Non preoccuparti - disse il Capo delle Alte Sfere - sono in gamba quei due ragazzi. I migliori. E questo, lo so per certo, credimi.
- Un atto di fede?
- Una promessa da Dio a dio.

 Buon Natale a Tutti i Mondi

2 commenti:

  1. Ciao Poeta!
    Mamma mia entrare in questi blog mi rende sempre una persona nuova...cazzerola!
    Mi ci voleva ;)
    In questi giorni di festa mi sento un po' così...lontano da tutti.
    Sarà che manco da tanto e allora ho trovato il modo nelle feste di entrare in punta dei piedi...Mille ancora auguri!

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  2. Ma che timida quest'ondina, mamma mia!!! :-)))
    Scherzi a parte, racconti l'Inizio di Qualcosa di grande in un modo così dolce, che potrebbe commuovere i più sensibili (non me, eh!!! :firulì). E poi, il dialogo tra i Capi, è veramente una chicca! E nonostante fai parlare i Due Personaggi in modo ironico e scherzoso, dici una delle cose più importanti e più vere che esistono: l'Amore fa miracoli, anche contro Kraken e Leviatano. ;)

    Ti Amo

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